La Masseria Pelosella prende il nome proprio da questo fiorellino speciale, la Hieracium pilosella, anticamente rimedio a molti mali: lo si incontra facilmente sulle pareti della lama adiacente la masseria – oggi coltivata ad uliveto – depressione carsica che un tempo era zona di raccolta privilegiata per le erbe officinali. Questa lama, denominata Lamapecora, è rimasta inalterata nel tempo, scenario naturale sorprendente: macchia mediterranea, rosmarino, piante grasse e cactus si offrono alla vista in un sentiero facilmente praticabile a piedi.
La Masseria, per metà costruita in un insediamento rupestre, è stata per lungo tempo, nei secoli scorsi, luogo di incontro degli abitanti della zona che vi si ritrovavano, d’estate come d’inverno, per trascorrere serate in compagnia nel clima costante delle sue grotte. Era qui, anche, che si coglievano e lavoravano i capperi, frutti che nascono spontanei all’imbocco delle grotte. E che si raccoglievano i fichi d’India, spinosi quanto succulenti frutti che adornano la costruzione.